Ho visto una ragazza correre al fiume, aveva occhi invadenti e un incedere nervoso.
L’ho vista scendere la vallata di traverso, poggiando il gomito a terra per proteggersi col dorso della mano. Portava uno zainetto molle sulle spalle chine e un sandalo estivo poco adatto alla discesa. I capelli intrecciati in due code simmetriche e un sentore di freschezza che la avvolgeva tutta. Ho visto le sue gambe delicate franare lungo il pendio, ha sollevato polvere, non si è ferita.
L’ho sentita canticchiare un motivo noto, un ritornello conosciuto che ora mi sfugge. Faceva eco nella valle, insieme al cinguettio sommesso degli uccellini in volo.
L’ho vista allontanarsi verso la gola del pendio, dove il fiume si restringe e ci son più ciottoli che acqua, la figura farsi esile, la voce disperdersi, una sagoma leggera dileguarsi in lontananza.
Non so di lei cosa sia stato, piedi nell’acqua fresca oppure andata senza ritorno.
Piedi nell’acqua fresca, e poi il ritorno.
Ritornerà?
Ciao Pina, grazie per il passaggio.
Mi piace questa ragazza, nasconde un segreto, mi sa.
A me sembra che stia scappando…
Ciao Maria!
Ciao Stefi, bellissima immagine, mi ha trasportato giù per il pendio e ho sentito il brivido dell’acqua fresca.
L’unico dettaglio che mi ha distratto è “i capelli intrecciati in due code simmetriche”: non riesco a vederlo, forse perché o son code o son trecce. Scusa la pignoleria…
Hai ragione Lisa! Non sei pignola, sei attenta! Ci ho pensato a quella frase e a come renderla, immaginavo quei codini bassi che si fanno sul collo dopo aver fatto giusto il primo giro di treccia. Mi è venuta fuori così. 🙂
ha la potenza di un’istantanea di cui vorresti sapere il prima e il poi. e invece dobbiamo accontentarci della fantasia sperando che sia benevola col destino della ragazza.
ml
…e infatti ho proprio messo la cornice dell’istantanea.
Io ci ho visto un’andata senza ritorno, ml.
Un destino cupo.