Spaziale, che ha a che fare con lo spazio esistenziale,
con la misura aerea delle tue libertà,
col recinto spinato delle certezze che si sgretolano.
A misurare le distanze ti ritrovi senza confini.
Una linea di demarcazione può forse salvarti,
allora tracci una parabola ideale e getti avanti le mani nude.
Palmi delicati che scavano nel ruvido, unghie che si riempiono di terra,
fango secco da pulire in profondità.
Nella spazialità del tempo gli attimi marciano lenti,
come nelle notti insonni,
come nei giorni di ieri che oggi ritornano impietosi.
La fatica del costruire, la semplicità con cui si distrugge.
Se pensavi di poterti affidare ad una gamba, ad un braccio,
ad un polmone, ad un pezzo di cuore, sbagliavi.
Difficile potersi sottrarre al feroce destino di chi non ha ritorni.
Perché lo sai che poi cadrai.
Viso a terra senza protezioni.
Intenso, inchino. Buona serata,65Luna
Onorata, ringrazio. Buona serata a te, 65Luna.
curioso, abbiamo due visioni opposte del termine “spaziale”. La mia (visione) è di qualcosa di arioso, incontenibile e forse ingenuo, la tua è di qualcosa di limitante, claustrofobico, estremamente realistico.
ml
E’ un recinto che a volte può essere protezione, piú spesso é gabbia. Realistico si, è di ancoraggi concreti che scrivo.
Grazie ml, il confronto aiuta a capirsi meglio.
Bel post, ma non sei molto positiva ultimamente…. quel fango secco da pulire in profondità…. 😉
Si è annidato sotto le dita e non vuol venire via… 😦
“PERCHE’ LO SAI CHE POI CADRAI”
Prendo spunto da questa verità.
Mi viene in mente il film: “Non ci resta che piangere ”
Avente protagonista l’indimenticabile Massimo Troisi.
” Ricordati che devi morire” “Mo me lo scrivo”
Il destino sovente è beffardo,
l’imperativo è non cedere mai, il destino poi… farà la sua parte.
Sovente,
mi capita di fasciarmi la testa.
La vita è meravigliosa, ma presenta molteplici sfaccettature e l’imprevedibile si cela
dietro l’angolo.
Meglio non conoscere ciò che sarà il divenire delle cose.
Vivi e lascia vivere,
dopo la pioggia torna sempre il sereno!
Ciao Stefania!
Mirco
Vivere il giorno per quello che è.
Inutili le vane speranze.
Dannosi gli incubi che ritornano.
Dici che il cielo si rasserenerà?
Ciao Mirco!
Pazzia, ecco la parola che mi viene in mente, la vastità dello spazio ci devasta, quindi ben vengano paletti, difficile è restare sulla via, siamo sani ma teniamo sotto chiave la nostra follia, vivere è negoziare con la nostra mente in ogni istante, la vita a volte ci scrolla dalle fondamenta, forse vorrei diventare pazzo, si ma pazzo allegro, ora sono solo nevrotico…
I folli sono quelli che hanno creato le cose più belle del mondo!
Il tuo pezzo è stupendo, hai toccato qualcosa di molto vivo che è in tutti noi!
🙂 baci Vanni
ps. nel momento in cui scoprirò veramente la mia follia, forse potrò dire che ho iniziato a vedere me stesso e a creare qualcosa di bello!
Tutti noi abbiamo un punto di non ritorno, nonostante tutte le religioni ci promettano la risurrezione!
Da non credente il mio credo è l’amore della mia famiglia.
E se incontro il punto di non ritorno è grazie a questo amore che posso andare oltre.
🙂
“Negoziare con la nostra mente in ogni istante” è la fatica più spossante e affascinante che ci sia.
Sono contenta che il mio “spaziale” ti sia piacciuto. Pensando al gioco di parole nato da un tuo scatto di qualche tempo fa mi è venuta questa idea, l’ho sviluppata così, d’impulso, senza riflettere troppo.
Grazie! Un abbraccio.
Ps: di bello hai la tua arte che è arte vera, con tratti nitidi, quasi cristallini.
Hohoho! veramente grazie per le tue belle parole, sono lusingato, ora però mi piacerebbe sapere a che foto ti riferisci!
Grande Stefi! la tua è veramente scrittura creativa! sembra quasi che tu scriva navigando a vista, gettando pensieri liberi, ma poi si capisce che dietro c’è tutto un background e un perché! 🙂
Accidenti Vanni, scusami, sono suonata come una campana, l’età fa brutti scherzi, la memoria vacilla!
Non era una tua foto l’origine di tutto, ma un tuo commento ad un mio post:
https://righeorizzontali.wordpress.com/2016/02/13/distorto/
😦
Ma daiiii non è vero! 🙂 si ho detto “spaziale!” è vero!
🙂