Francesca*

Francesca

E’ madida di sudore, i capelli si sono attaccati al collo, ha il segno del lenzuolo impresso nel fianco sinistro: tante piccole increspature stampate sulla pelle umida e appiccicosa. Francesca si è svegliata all’improvviso, ha guardato la sveglia: le 3.22 del mattino. Seduta sul letto, con il cuore che ha accelerato i battiti, si guarda intorno in cerca di qualcosa. L’inquietudine del momento non le consente di ragionare. E’ agitata, non sa cosa deve inseguire, ma sa che lo deve trovare. Si dice che dovrebbe fare dei bei respiri addominali per calmarsi e invece il suo alito vitale è un rantolo affannoso da animale in cerca di preda. Tenta di capire se ha sognato qualcosa, ma non ricorda sogni, né i pensieri che ha fatto prima di addormentarsi. Si mette una mano sul cuore. E se fosse un infarto? Ha diciotto anni ed è sanissima, è abbastanza improbabile che stia avendo un attacco cardiaco. Dev’essere un problema psichico, un’agitazione che viene dal cervello. Si chiede se sta provando paura e la risposta è: no. Non avverte pericoli, capisce solamente di essere spinta da un’ansia pulsante e non sa quale sia la destinazione finale di quell’inquietudine. Prova ad alzarsi, il più lentamente possibile perché teme di avere un capogiro e precipitare al suolo. Vuole andare in bagno e guardarsi allo specchio. Vuole capire che faccia ha l’ansia, com’è lo sguardo di chi non sa cosa deve cercare disperatamente. Con passi cauti, reggendosi al bordo del letto, attraversa una porzione di stanza. Guarda il pavimento per essere sicura di posare i piedi nel posto giusto e la vede lì, mollemente accasciata di fianco al comodino, la sua coperta. La testa inizia a girare e per fortuna Francesca ha il tempo di buttarsi sul letto prima di perdere conoscenza.
Ecco cosa stava cercando: la coperta che incarna il dolore.

*Niente di niente_Stefania Sabattini_selezione reading_tournée autunno 2015

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14 pensieri su “Francesca*

  1. Francesca mi ricorda me stessa tanti anni fa. Grazie per aver scritto questo romanzo Stefi, mi ci sono ritrovata in tante pieghe, lo sai.
    Quindi fra qualche giorno arriva Antonio?

    • Grazie a te per averlo letto e per avercelo lì, sul comodino.
      Antonio è là…coi piedi in ammollo seduto sul porticciolo di San Giovanni. Quando ha finito di chiacchierare con Rosa, ci raggiunge. 😉

  2. Questa non l’ho capita. Perché sviene? Cosa significa che la coperta incarna il dolore? Mi rendo conto che mi mancano dei pezzi…
    Ho qualcosa in comune con Francesca, anch’io mi sveglio spesso di notte 😀

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