Sa Roia*

Sa Roia

“Devi andare a Sa Roia, è il regno del silenzio”.

Annina insiste ogni settembre da quando sono amici, cioè una mezza vita,
a pensarci bene.

“E’ inutile, Annina, di luoghi remoti come dico io non ne esistono più.”

Non che gli scocci accettare il consiglio di un’amica, è che Francesco ha tracciato da tempo una rotta precisa dei suoi itinerari, uno snodarsi quasi scientifico fra le isole e il sud dello stivale.
Paesaggi affascinati, luoghi ospitali, scenari incantevoli nei suoi anni di girovagare;
mai, però, quella rudezza della terra coniugata ai colori del miele, quella spinta propulsiva della natura nuda e pulviscolare; mai quella forza del vento capace di trasformarsi, la notte, nel silenzio più puro.

“Quest’anno vada per Sa Roia, vediamo se Annina ha ragione”.

Ci è arrivato poco dopo l’alba, con la luce di taglio delle sette a illuminare dolcemente le sedie chiuse attorno al tavolo della sera.

Si è fermato a rimirare l’orizzonte, brullo e polveroso.
Si è fermato lì, sotto il bersò, ad ascoltare.

E’ bastata un sola giornata, una serata sola.
Finalmente, dopo anni interminabili di ricerche vane, Francesco si è disteso per terra, fra il lentischio e le fustinaghe e, nella mente, ha potuto cantare:

“Hello darkness, my old friend
I’ve come to talk with you again
…….
And no one dare
Disturb the sound of silence”

*Omaggio (incondizionato) a Rita e Luigi

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18 pensieri su “Sa Roia*

  1. Il silenzio è molto Zen, penso a una specie di percorso verso la libertà della mente, chi trova il proprio luogo di silenzio ha trovato la sua casa e ha chiuso il cerchio…
    Si lo sò sono un po’ mistico ma anche gnostico!
    Bene, sono contento per Francesco! 🙂

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