Non conosco Marina, di lei ho saputo attraverso i racconti di due cari amici che mi hanno introdotta nel Tempo amico delle sue poesie.
Alle composizioni in versi non sono capace di attribuire un valore letterario, non so di metrica, né di lirica, non ho letto abbastanza poesie per avere contezza di regole o criteri. Quando leggo in versi mi muovo guidata dal solo istinto, non vado in cerca del valore intrinseco delle parole, mi affido alla musica che ne deriva, all’ermetismo racchiuso nelle assonanze, alla sorpresa che ogni frase spezzata è capace di suscitare.
Marina Marani ha una capacità naturale: interrompere il verso nel punto in cui serve la voce. Affidandomi alla sua voce ho scoperto che scrive con grazia pesante, un’apparente contraddizione che diventa reale antinomia man mano che si sfogliano le pagine.
Marina ha il tratto nitido di una piuma leggera che scava nel profondo.
Come se si attendesse qualcosa
qualcuno
invulnerabile, forte.
Qualcuno che dice no, non è la morte
alla fine.
Grazie Stefania, grazie delle tue parole. Cercherò, attraverso i comuni amici, di conoscerti personalmente. Leggerò presto i tuoi lavori. Grazie ancora, Marina
Grazie a te Marina e benvenuta fra le mie righe. Continua a scrivere “…per piacere e quando ti va”.
Spero di incontrarti presto.