In quel mentre

immaginazione

E nel mentre, quel mentre in cui stai faticando a ricomporre un’esistenza che risulti perlomeno accettabile, ecco che lei ricompare. Non l’avevi previsto, non potevi immaginare che un semplice saluto per interposta persona avrebbe fatto tremare quel flebile equilibrio che manteneva in aria il foglio sottile di carta velina.

Hai faticato così tanto, Sante, a tenertela lontana, ci hai messo tutta la volontà e l’impegno, l’autoflagellazione implicita nel non cercarla, l’autoconvinzione che fosse la cosa giusta, il martirio del più banale dei vorrei ma non posso.

E così, mentre i tuoi occhi osservano crollare il castello che credevi di pietra e che hai scoperto esser di piume, ti rendi conto che lei ti ha fregato, che l’asso di briscola è sempre stato nelle sue mani e che tu eri solo una comparsa, un figurante malcapitato nelle grinfie di una meravigliosa e inafferrabile megera.

In quel mentre, Sante, l’autostima è finita, seppellita sotto una regina di coppe che, rivolta a pancia in su, ha fatto man bassa di ogni tua certezza, del due di spade che sei. Ti ha inghiottito in un sol boccone, rivelandoti l’assurda verità che il tuo amore per lei altro non era che pura immaginazione.

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