“Eh no, Guglielmo, il piacere di lasciarti io non te lo faccio.
Non ti libero dalla mia presenza.
Non annullo, d’imperio, l’ossessione di cui non riesci a liberarti da solo.
Non ti guarisco, io.
Io che sono veleno e antidoto, sofferenza e consolazione, tormento e sollievo.
Io che sono tutto e niente, per te.
C’è una responsabilità affettiva reciproca fra di noi e non è di poco conto la responsabilità delle cose impossibili. Che ti piaccia o meno, che lo accetti o meno, questa responsabilità impalpabile è un obbligo che ci nutre.
Sento, intatto, il bene che ti voglio. Ogni giorno più forte avverto la tua mancanza e specularmente vivo il tuo allontanamento nella consapevolezza terribile che ogni ora che passa potrei mancarti sempre meno. Come in uno specchio al contrario, più io cerco di avvicinarmi, più tu ti allontani. Più temo l’evanescenza dei sentimenti, più stringo forte la presa della nostra dipendenza.
Vedi, non è questione di stare fermi o andare avanti con le nostre vite, è questione di continuare a volersi e in questo continuare, trovare il senso di noi, insieme. Non chiedermi, quindi, il favore di abbandonarti. E’ una gentilezza che non posso concederti. Posso lasciarti in pace o posso ferirti, posso sottovalutarti e persino offenderti, se vuoi. Ma lasciarti no.
Perché io amo la nostra prigione.”
Sai che ti vengono proprio bene le lettere d’amore?
Mi sa che questi due non si lasceranno mai….
Mi sa anche a me… 😉
La responsabilita’ delle cose impossibili..quanto mi piace. Trovo intrigante questo scambio epistolare in salsa virtuale.
Come ci e’ gia successo in passato, anche qui percorriamo senza saperlo gli stessi sentieri di scrittura (saint Malo’!)
La trovo una simpatica coincidenza.
Ciao, un sorriso.
ml
“Finché resto lontano posso salvarmi dalla resa.” E’ quasi come aver scritto a quattro mani, mio caro ml. Mi sorprendo, oggi si, mi sorprendo davvero. Un sorriso di rimando, fra Bea e Guglielmo, Lili e Roberto.
Eh no, Bea, lo dovevi lasciare!!!!