Il grosso delle festività se ne sta andando, per Sabrina è un sollievo, per Rita è già nostalgia.
Sabrina non vede l’ora di spazzare via il dicembre più ghiacciato che ricordi, gelido di un freddo interiore, sovraccarico di temperature polari sottocute che migrano dai pensieri fin sotto i vestiti pesanti e che si infiltrano, subdole, dentro le scarpe, ora bagnate di fiocchi di neve. Vuole liberarsi dai giorni finti delle luminarie, dalle facce impostate su sorrisi stanchi, dall’ultima fetta di pandoro la cui farcitura le pare inutile quanto un Natale non desiderato. Non ha niente, lei, da festeggiare; ha pensieri che si accavallano e non si dipanano, nemmeno se prova ad isolarli, uno ad uno. Per fortuna ha Rita e Leonardo, che non la lasciano sola e le fanno compagnia, lungo la strada.
Rita ha accolto il Natale con calore e la neve come un dono del cielo. E’ capace di emozionarsi per le cose piccole, quelle belle che regala la natura e che si gode con il naso all’insù, a scrutare le nubi grigie, ad esclamare stupore davanti ai primi fiocchi. Rita vive gli istanti presenti, i piccoli batuffoli che scendono lievi e le bagnano il naso, il freddo che le punge il viso. Abbraccia il suo Leo, lo attira a sé, tutto infagottato nel piumino d’oca, mentre proseguono il cammino.
Leonardo entra ed esce dalla luce, fatica a capire il Natale e la neve gli fa uno strano effetto, la percepisce candida e luminosa, gli sembra invitante nella sua morbidezza, ma lui è più attratto dal buio che le vortica incontro, soprattutto nel momento in cui il chiarore scompare ed i fiocchi sembrano annerirsi nello scuro della sera che si avvicina.
Camminano loro tre, fianco a fianco, sul marciapiede che conduce a casa.
Sabrina si ferma, fissa lo sguardo sul cofano di un’automobile, non stacca gli occhi dalla vernice blu elettrica su cui si sta posando la neve.
Leonardo la prende per mano e le dice:
“Sono solo fiocchi, Sabri. Non preoccuparti, si scioglieranno presto”.
****(4 _fine)
Come un quartetto d’archi. Very good.
Grazie The tree, benvenuto fra le mie righe. 🙂
Non poteva che finire così, con Leo che fa coraggio alla Sabri.
…perché spesso sono proprio i piccoli ad insegnarci qualcosa. 🙂
Esatto! Bacissimi!
che dolcezza! Hai presente la canzone “quando i bambini fanno ooohhh”, ecco, io ho appena fatto “oooohhhh” 🙂
Che gentile Lisa, grazie! 🙂
penso alla contemporaneità dei fiocchi dentro e fuori dal racconto (se non sbaglio in emilia ha appena nevicato).
come se dicessi anche il “fuori” l’ho messo nel racconto.
ml
Non sbagli ml, ciò che accade fuori, spesso, lo trascino dentro.
Grazie.
Ciao!
Sempre emozionante, amica. Scrivi, allora ci sei. Un abbraccio
Ci sono! E ti cerco… 🙂