Diana è seduta in poltrona, ha rannicchiato le gambe sotto il sedere, avvolto le spalle nel plaid di pile, chiuso il libro che stava leggendo. Suo padre le ha preparato una tisana al mandarino, profumata e bollente, gliela porge con delicatezza e con l’aria di chi ha un gran bisogno di parlare.
“E’ arrivato il freddo” le dice Gianni “bevila lentamente così ti scaldi”.
Diana lo scruta a lungo; oggi, con l’arrivo del freddo, le sembra più vecchio dei suoi cinquant’anni e lei si sente più grande dei suoi diciassette.
“Facciamo due chiacchiere, pà?”
“Di cosa vuoi parlare, pagnotta?”
“Di te. Stai bene?”
“Periodaccio…”
“Me ne sono accorta. Qualcosa non va?”
“E’ complicato…”
“Beh, provaci.”
“Ci provo, si, ci provo con la scena di un film.”
“Un film? Che film?”
“The commitments, tu non eri ancora nata quando lo davano al cinema.”
“E cosa succede nella scena di questo vecchio film?”
“Il protagonista, uno che desidera sfondare nel mondo della musica, si fa un bagno in una vasca piena d’acqua con una paperella gialla e arancione che gli galleggia davanti. Sogna di essere famoso, prende in mano il telefono della doccia fingendo che sia un microfono e immagina di essere intervistato da una giornalista che gli chiede:
“Te lo saresti mai immaginato, Jimmy, di diventare tanto famoso?”
“A dire il vero, Terry, si.”
“E’ già finita la scena?”
“Si.”
“Pà, non capisco cosa c’entri con te. Tu non vuoi diventare famoso!”
“Lo so, però vorrei che qualcuno mi intervistasse perché ho qualcosa da dire. Mi intervisti tu, pagnotta?”
“D’accordo.”
“Te lo saresti mai immaginato, Gianni, di diventare tanto famoso?”
“A dire il vero, Diana, no e nemmeno ci tenevo. Non mi piace essere famoso, io nella vita voglio solo stare tranquillo. Però è una bella sensazione quella che provo in questo momento.”
“Perché?”
“Perché ho una cosa da dire e finalmente posso dirla.”
“Cosa?”
“Una dedica, vorrei dedicare il mio successo a qualcuno.”
“A chi?”
“Potrei dedicarlo a tutti quelli che hanno sempre creduto in me o anche a quelli che non ci hanno mai creduto e invece lo voglio dedicare ad una persona sola.”
“A chi?”
“Ad un amico, a quell’amico che, in una frazione di secondo, è stato capace di tradire vent’anni di sodalizio, di lealtà, di fiducia reciproca.”
“Può rivelarci il nome di questo amico?”
“Non ho altro da aggiungere, grazie.”
Diana si accorge, allungando lo sguardo oltre la vetrata del salotto, che la prima giornata di freddo è illuminata da una luce gialla e arancione. Si alza in piedi, raggiunge il padre davanti alla grande finestra e, insieme a lui, si gode lo spettacolo emozionante della campagna al tramonto.
Profonda ma positiva invidia per questa chiacchierata!
E’ bello quando fra padre e figlia c’è un rapporto di confidenza e d’intimità.
Grazie Domenico.
Un saluto.
Stefi
Se chiamassi mia figlia “Pagnotta” mi manderebbe a cagare 😀
Il mio grande lo chiamo “Topo”, dici che rischio? 😉
penso di no 🙂
Lo spettacolo, nello spettacolo. Brava Stefy
Grazie Cri’, un abbraccio grande!
Bellissima storia, leggerla emoziona e non poco.
Grazie Drimer, sono felice di aver suscitato emozioni. Buona giornata.
Prosegue vero???? tra l’altro in questo periodo è così difficile parlare con Fabio….
Ti piacerebbe un seguito? Ci penso.. Difficile si, è un’età complicata….
Queste righe mi hanno fatto ripensare alla grande persona che era mio padre. Altra epoca, tempi difficili ma lui per me e’ stato la roccia che mi riparava dalle onde altissime e pericolose. Grazie Enea <3<3<3
Un tuffo al cuore cara Paola, ricordo bene Enea, conservo nella mente l’immagine dolcissima di un uomo solido e posato. Un abbraccio.
Delusioni che scottano quelle che vengono dagli amici più cari. Bel racconto, che fa riflettere.
ps: mi stavo preoccupando, dov’eri finita????
Delusioni che non se ne vanno più, credimi.
PS: Periodo sempre più complicato, arranco, ma non mollo!
Grazie!
Resisti! E scrivi per noi…
Continuerò cara Maria, sono molto contenta di sapere che c’è qualcuno che aspetta di leggermi.
E che non deludi mai…… alla prossima cara Stefi.
Che bel complimento. Grazie!
Aggiungo un altro “resisti”!
Resisto Lucas, intanto ti abbraccio da lontano…