Bisognerebbe essere capaci di trattenere le parole che fanno male.
Bisognerebbe celarle persino ai pensieri, respingerle, rinnegarle prima di proferirle.
Bisognerebbe farle uscire dalla porta di servizio, fingere di non averle fatte entrare, bruciarle nel camino prima ancora di vederle nascere.
Nello sfogo paiono catartiche, alleggeriscono, persino galvanizzano.
Nel placarsi della veemenza diventano catene, massi voluminosi inamovibili, macerie per gli affetti.
Una ballata languida accompagna Le tue parole fanno male di Cesare Cremonini.
le tue parole sono mine,
le sento esplodere in cortile,
al posto delle margherite,
ci sono cariche esplosive
Io non ce l’ho una porta di servizio! Mi rimangono tutte in casa!
Allora bruciale nel camino, buttale nella spazzatura, nelle fognature, gettale ovunque perché non facciano più male.
Le mando giù con un goccio di grappa….
Filu ferru, magari…
bisognerebbe! ma raramente succede e quando succede (che vengano trattenute) non lo si viene a sapere. così sul campo resta solo il brutto delle parole uscite e non il poco più bello di quelle a cui si è rinunciato.
ml
Di errori si vive, con gli sbagli si cresce e si impara, anche ad essere più forti. Non credi?
Mah, non saprei. E’ che non ho l’ambizione di essere o diventare piu’ forte. Ma io ho una mentalita’ un po’ particolare che si puo’ prendere ad esempio.
🙂
Più che ambizione direi aspirazione o anelito. E’ che bisogna saper vivere nella propria pelle. 🙂
“Le tue parole erano uomini.” N. Hilkmet
cariche di te, madre, amore, amica.
Benvenuta Anna.
naturalmente manca un non nel mio commento: ..che NON si può prendere ad esempio.
Ah ecco. A ognuno la sua pelle, comunque.
Evito quasi sempre di parlare in momenti di rabbia…preferisco scrivere, riesco a esprimermi senza poi pentirmi. E si che sono istintiva…! Abbraccio,65Luna
Ti capisco 65Luna, anche io faccio così, lascio che le parole forti fluiscano sulla carta. Poi le straccio e mi sento meglio. Istintiva come te, ricambio l’abbraccio.
Cara Stefania
PAROLE
Rabbia
scoramento,
ira
deserto del presente.
Solitudine
del vivente,
siam come le foglie
siam polvere e ci ritorneremo.
Erba bruciata
barbari annunciati
nel quotidiano.
Siam polvere e ci ritorneremo
lava incandescente
del vulcano.
Vivere e sognare
vivere e rubare una stella.
Per donarla al prossimo
raccogliere una conchiglia
e dire che meraviglia!
Mirco, le tue parole mi cullano in una dolce nostalgia. Grazie amico poeta, che i versi di speranza siano sempre con te, non smettere di comporli, continua a donarli. Un abbraccio forte. Stefi