“Cosa ci dice questo linfonodo?”
“……” la replica di chi è dall’altro capo del telefono non è udibile.
“Non divagare Marco” esclama irritata “questo linfonodo ci dice chiaramente che ha un cancro, un cancro schifoso! Fatemi trovare la cartella aggiornata e completa, domani torno. Voglio formulare io la diagnosi, voglio parlare io con la paziente, la conosco da anni, devo farlo io, devo farlo per lei.”
Tronca la conversazione senza nemmeno salutare, chiude gli occhi e, dopo un lungo respiro, sottovoce aggiunge: “e per me”.
Avanza su una lunga passerella ondeggiante e nel punto di snodo fra un ponticello e un altro, si china, allungando il braccio destro verso il mare. Infila, sicura, la mano nuda in un piccolo anfratto fra le rocce giallastre ed estrae un lungo pezzo di carta ripiegato. Lo apre, lo legge, lo posa sul petto premendolo forte.
Mestamente annuisce e se ne va.
Forse pensava di essere sola su quella passerella di legno e metallo che collega il porticciolo alla spiaggia.
Forse pensava che nessuno la ascoltasse, che nessuno notasse la sua giovane età, la sua bellezza spudorata, l’eleganza innata delle sue movenze.
O, forse, non le importava affatto di essere udita e osservata.
Io, comunque, ero lì, a pochi passi, intenta a fotografare sassi in riva al mare. Ho udito, ho osservato e ho subito capito cosa non mi avrebbe più lasciato di quella scena.
Non il pensiero della paziente che riceverà la notizia nefasta, non la curiosità di leggere le parole scritte sul biglietto nascosto nella roccia, non la forza, la determinazione ed il coraggio di un giovane medico.
Piuttosto la rabbia, la collera ringhiosa di una donna impotente di fronte al male.
bè, questa cosa è davvero curiosa. Entrambi oggi a raccontar di linfonodi brutti.
ml
Si ml, davvero curiosa questa strana coincidenza.
Mi rattristo solo ad immaginare la scena…
…triste si, ma in quella giovane donna c’era forza pura. Grazie Topper.
Descrivi bene la nostra impotenza e i limiti di fronte alle circostanze della vita.
A volte basta poco per cogliere negli altri qualcosa di importante. L’osservazione, anche quando è fugace e frammentata, ci può rivelare tanto, degli altri e di noi stessi. Grazie Pina, felice di ritrovarti di nuovo qui. A presto.
Non tutti i medici hanno la sensibilità adatta per comunicare notizie così brutte.
Lei ce l’ha e credo che questa esperienza le servirà molto, crescerà come donna e come medico.
Già, condivido sempre i tuoi punti di vista.
🙂
Bello! Una fotografia senza sbavature…molto intenso.
Grazie giacani, benvenuto fra le mie righe.
Grazie a te. Io nel frattempo continuo a saltare fra una riga e l’altra!
…e io fra i tuoi viaggi ermeneutici!