Il tribunale delle anime

Il tribunale delle anime

Metto da parte:
La trama densa e ingegnosa.
Gli intrecci plurimi che si innestano nell’alternarsi degli spazi temporali e che si influenzano a vicenda negli spessi strati della narrazione.
La scrittura fluida, non ricercata, priva di ogni superfetazione.
I dialoghi veloci, essenziali, diretti.
Le descrizioni storico artistiche, comprensibili ai più, di una Roma sacra e poco conosciuta.
Il contrapporsi di fede e scienza, di bene e male, di vendetta e giustizia.

Metto da parte, insomma, tutti gli elementi narrativi che fanno de Il tribunale delle anime un ottimo thriller, un best seller italianissimo tradotto un po’ ovunque il giro per il mondo.

Accantono persino il piacere di una lettura così coinvolgente per isolare un elemento scheletrico, ma nodale, che Donato Carrisi mi offre fra le pagine del suo romanzo: l’osservazione. La capacità di cogliere significati nascosti attraverso lo sguardo attento sulla realtà. La vista come senso cardinale che permette, a taluni, di andare oltre l’evidenza, oltre la lettura oggettiva dei fatti, oltre ciò che vedono gli altri. L’uso degli occhi per ricercare le anomalie di scenario che rivelino le verità mascherate. L’utilizzo della percezione visiva per immaginare cosa si nasconde dietro ciò che appare tangibile. Guardare per capire, osservare per immaginare. E’ ciò che deve fare chi analizza la scena di un crimine, è ciò che naturalmente fa chi si esprime attraverso l’arte.

Carrisi mi ha portata fin qui e gliene sono grata.

Io vedo le cose attraverso la mia macchina fotografica. Mi affido ai particolari perché mi svelino come sono andati i fatti. Ma per i penitenzieri esiste qualcosa al di là di ciò che abbiamo davanti. Qualcosa di altrettanto reale, ma che una macchina fotografica non può percepire. Perciò devo imparare che a volte bisogna consegnarsi al mistero. E accettare che non ci è concesso di capire ogni cosa.

Il tribunale delle anime

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11 pensieri su “Il tribunale delle anime

  1. Stefania, ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di conoscerti. Incontrare, in questo spazio pubblico, persone con interessi e sensibilità affini è gradevole e coinvolgente. Approfondiremo la conoscenza attraverso i blog. Pina.

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