Lodi smodate e critiche severe. Quando un libro divide è sempre l’autore ad avere ragione, è riuscito a far parlare tanto del proprio romanzo: obiettivo centrato.
La collina del vento, che piaccia o no, è un libro vincente, come tutti i racconti che separano i lettori in modo così netto. Si è pure aggiudicato un Campiello, non può essere un dettaglio.
Carmine Abate, scrittore calabrese pluripremiato e pluritradotto, racconta una storia avvincente di resistenza silenziosa e di solida onorabilità, una discendenza di legami che attraversa quattro generazioni e due guerre mondiali.
C’è chi dice che La collina del vento sia un’imitazione mal riuscita di un genere di romanzo (la saga famigliare) fin troppo inflazionato, c’è chi ne ha amato l’impianto a metà fra verità storica e finzione romanzata, chi ha trovato banali la trama e i personaggi, chi lo ha paragonato alla Casa degli spiriti della Allende tanto gli è parso profondo, chi non l’ha proprio digerito e chi non riusciva a staccarsene.
Io vorrei inaugurare una nuova categoria di lettori, per schierarmi dalla parte di chi, mentre lo leggeva, meditava un viaggio in Calabria. Non una semplice vacanza, ma un vero e proprio viaggio itinerante fra gli scavi archeologici delle pendici ioniche, fra i mercati saraceni, i palazzi, le torri, i castelli. Un viaggio in compagnia del vento di Punta Alice che sibila nelle orecchie e scompiglia i capelli, degli odori ubriacanti delle piante e dei fiori delle colline calabre, di un piatto di tagliatelle al sugo di capretto annaffiate da un bicchiere di Cirò.
Vorrei vedere con i miei occhi i fiori di Sulla che colorano di rosso porpora le pendici del Rossarco, la collina protagonista del romanzo, e vorrei toccare con le mie mani la nuda terra che è il fulcro, il fuoco, il cuore di questo bel libro.
Mica poco, direi.
ero indeciso, ma se mi parli di scavi, castelli e vino rosso ci stò, vengo anch’io in quella categoria!
Sei il benvenuto Vanni! Grazie.
grazie, buona giornata! 🙂
il maggior pregio di Carmine Abate è proprio questo: la tenacia con cui ama la sua terra, un invito pressante a compiere un viaggio almeno mentale tra le due sponde aspre e belle. Invito che tu hai raccolto e girato a noi.
ml
Ne ho sentito tutta la forza. Più della trama, più dello stile, più della morale contenuta nel romanzo, ho sentito tutta la forza della Calabria. Mi sono lasciata trascinare sulle pendici del Rossarco con le narici inebriate dal profumo dei fiori di Sulla trasportato dal vento.
Chiedo di iscrivermi alla tua categoria di lettori.
Domanda di iscrizione accettata! Sei il benvenuto anche tu nella categoria di chi vuol leggere i libri non solo con la vista, ma anche con l’udito, il tatto, l’olfatto, di chi ne vuol cogliere la forza, quando la forza c’è.
Di chi vuole farsi trasportare nell’altrove narrato. Grazie 🙂
Grazie a te.