Vent’anni senza Ayrton

Mi dicono che sia una specie di cimelio, uno di quei pezzi rari il cui valore è destinato a crescere nel tempo. Quanto valga non m’importa, lo conservo fra le cose preziose a cui attribuisco il valore inestimabile del ricordo.

Se fossi il direttore di una rivista sportiva e dovessi comporre oggi la copertina che annuncia la morte di Ayrton Senna, chiamerei il grafico e gli direi di farla proprio così, come quella di vent’anni fa, con il fondo nero del lutto, la scritta scarlatta bordata di bianco, lo shock accennato con quel tratto sbieco di giallo.
La farei identica, anche se oggi, con i mezzi grafici a disposizione, potrei fare qualcosa di più moderno. Perché anche a distanza di vent’anni sono quelli i colori che di Ayrton raccontano tutto.

Nel nero c’è l’assenza inaccettabile che ha lasciato sui circuiti e nei box di tutto il mondo, quel vuoto pesante di carisma e magnetismo che nessuno è più riuscito a colmare.
Nel rosso c’è il suo sangue, sceso copioso sull’asfalto del Tamburello fra i detriti della Williams incriminata, le cannule e le pinze dei soccorritori, sotto il sole di una Imola ipnotizzata dal rumore delle pale dell’elicottero che ha fatto volare Ayrton nel cielo, per sempre.
In quel bianco discreto c’è la luce che Ayrton emanava silenziosamente, dall’alto della sua forza interiore che sapeva comunicare senza bisogno di parole, anche a chi non lo conosceva, anche a chi di Formula 1 non si interessava.
Nel giallo c’è l’energia carioca, l’abbraccio di un popolo che con Ayrton ha perso un simbolo, ha consacrato un idolo, che senza di lui ha smarrito persino la speranza.

Vent’anni senza Ayrton fanno male, inutile fingere che non sia così.

https://righeorizzontali.wordpress.com/2013/05/01/1-maggio-1994/

E' morto Senna

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12 pensieri su “Vent’anni senza Ayrton

  1. Inutile ricordare che Senna ha rappresentato per quel mondo la fine eroica di un eroe. Fu identica la fine di Villeneuve.
    Gladiatori che non hanno mai lasciato realmente questa Terra affamata di persone forti…
    Un abbraccio
    Giancarlo

  2. rimasi così sconvolto che per due anni smisi completamente di seguire la formula uno: senza di lui che senso aveva continuare a giocare? poi pian piano, come tutto, ho elaborato il lutto ma resto assai più freddo verso finti campioncini di plastica come Vettel, e anche Alonso ed Hamilton sono buoni piloti ma non sono certo “artisti” del volante paragonabili ad Ayrton…

    • Quando Ayrton morì avevo poco più di vent’anni e trascorsi un’intera settimana quasi senza parlare, solo monosillabi di assenso e diniego. Mia madre si preoccupò, pensava mi stessi ammalando, non capiva che dovevo elaborare un lutto, proprio come dici tu Malos. Da allora nessuno come lui, nessuno di quelli che sono venuti dopo, nessuno di quelli che si stanno contendendo proprio in questi minuti la pole position. Ayrton è e resterà unico.

  3. Pingback: In viaggio con Ayrton | righeorizzontali

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