L’insulina è fatta, la pressione è nella norma, per il coumadin mancano ancora un paio d’ore. Con il nonno al sicuro nel letto, Glenda può accendere il computer e dedicarsi alle ultime pagine della tesi su Costante I, l’imperatore romano meno ricordato della storia. Quando il suo tutor di dottorato le ha suggerito Costante, personaggio così dissoluto e scarsamente amato, Glenda ha avvertito uno strano turbamento perché quel bell’uomo triste che incontra al supermercato tutti i sabati pomeriggio ha il suo stesso nome. E Costante non è un nome comune, la coincidenza è curiosa.
Glenda pensa che uno di questi sabati dovrebbe trovare il coraggio di dirglielo, magari prima di arrivare alla cassa o quando si ritrovano in fila davanti al banco del pane dove c’è la Ramona che li scruta con sorrisi maliziosi e privi di discrezione. Vorrebbe dirgli una frase spiritosa del tipo: Sai che sto scrivendo una tesi su un tuo antenato? Chissà come reagirebbe, forse con ironia, forse con imbarazzo.
Perché di Costante Glenda sa poche cose e non è in grado di prevedere le sue mosse. Di sé stessa, invece, conosce quasi tutto: sa che la sua vita è ricca di interessi profondi e di amicizie effimere, sa che vivrà con il nonno novantenne ed il fratello adolescente finché il cielo lo vorrà, sa che un affetto vicino la completerebbe.
E sa anche che una con un nome così moderno, Glenda, che ha il sapore di Galles e di allure, che evoca il mestiere d’attrice e l’istinto della rivoluzionaria, al suo fianco deve avere un uomo fatto, non uno di quei ragazzotti insicuri che incontra nei corridoi dell’università.
E poi gli introversi le sono sempre piaciuti, gli schivi che si mimetizzano, quelli talmente impenetrabili che di loro puoi fantasticare ciò che vuoi, tanto non saprai mai come sono veramente. Di Costante, però, Glenda non si accontenta di supporre, vuole sapere, ma non sa se avrà l’ardire di chiedere.
Immagina che uno di questi sabati si butterà, forse aspetterà un sabato di primavera o forse ne sceglierà uno di febbraio, per ringraziare quest’inverno mite che non le ha ancora gelato il cuore.
(Segue…)
costante, il principe di grotowski…
…il mio Costante è molto meno mitico di quello di Grotowsi. Però è bella la citazione. Grazie Lucio.
Avvincente….
Nell’immagine c’è lo stesso soggetto dell’altra?
Si, da un’angolazione diversa e con una luce più diffusa.