Niente di nuovo ad Austin

Circuit of The Americas.

E’ tutto enorme in questo autodromo texano dal clima secco e polveroso: smisurate praterie circostanti, torri panoramiche dall’altezza vertiginosa, vie di fuga chilometriche, corsie dei box che a Montecarlo ce la fanno con meno della metà. Perfetto stile americano, grandioso, imponente, esagerato. Un contesto dal respiro ampio in cui le vetture possono sfrecciare libere da classifiche e da trofei.

“Sarà un Gran premio pieno di sorprese” profetizzava qualcuno solo poche ore fa.

E invece no.

Niente di nuovo ad Austin: lunga sfilza di righe fucsia sui tempi di Vettel, inaffidabilità della monoposto di Webber, Fernando con un potenziale che non può esprimere, Chilton in fondo alla classifica.

Si potrebbe anche cambiare canale o spegnere la tele, tanto qualsiasi cosa accada non fa più alcuna differenza.

Si potrebbe anche decidere di ripensarci fra quattro mesi, quando l’alba di Melbourne segnerà un nuovo inizio e saremo tutti gravidi di illusioni.

E invece no.

Il richiamo del rombo del motore non smette di echeggiare, nemmeno quando tutte le speranze sono perdute e all’orizzonte non c’è traguardo che ci interessi. Ce ne stiamo qui, a guardare il penultimo atto fino alla fine, serbando un sorriso amaro per la bandiera a scacchi.

Austin 3

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2 pensieri su “Niente di nuovo ad Austin

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