Tre re e un fante: se fossi una giornalista sportiva commenterei così il tabellone delle semifinali del Master 1000 di Parigi, torneo di fine stagione che precede di una sola settimana la Master Cup di Londra, il più importante appuntamento tennistico dell’anno dopo gli slam.
Tre sovrani del tennis e un gregario si sfidano oggi sul campo centrale di Bercy, in uno scenario teatrale in cui ad ogni cambio di campo lo stadio piomba nel buio più totale e due fari crepuscolari illuminano i tennisti che si asciugano il sudore, che riprendono fiato, che trangugiano sali minerali. Come se il campo fosse un palcoscenico, come se i tennisti fossero attori, come se illuminando il loro sudore potessimo cogliere qualcosa in più del loro talento.
In uno scenario così hollywoodiano la solidità di Djokovic incontra la perfezione di Federer, l’estro di Nadal incontra la caparbietà di Ferrer.
Decidere per chi tifare non è semplice; davanti a cotanto livello tennistico ci si gode lo spettacolo e basta.
Ma poiché parteggiare per Nole, per Roger o per Rafa (quelli che vincono sempre) è fin troppo facile, anche stavolta sarò dalla parte di David Ferrer, l’eterno secondo, il furetto che in campo non si risparmia mai, il fante con la racchetta in resta che alle semifinali ci è arrivato quasi sempre, ma che di coppe al cielo ne ha alzate poche in questi anni.
Sto dalla parte di chi non è abituato a vincere perché, come ho già scritto e mi ripeto, anche i fanti hanno il sacrosanto diritto di diventare re.
Ce l’ha fatta, Ferrer ha battuto Rafa!
Anche io tendo sempre a tifare per i più deboli
…e oggi si sfidano ancora al master di Londra!
Master da dimenticare per David.