Non ha niente da invidiare a Jeffery Deaver, a Tom Rob Smith o ai grandi narratori nordici di omicidi efferati l’italianissimo Donato Carrisi che con Il Suggeritore ha angustiato per giorni e giorni i miei pensieri facendoli diventare torvi.
E non ha niente da invidiare nemmeno a Joël Dicker perché, a differenza de La verità sul caso Harry Quebert, di buchi nella trama de Il Suggeritore non ce ne sono. Ogni segmento della storia è architettato alla perfezione, ogni tassello trova il proprio incastro millimetrico in una trama che immagino concepita a ritroso in spirali concentriche e meticolosamente cesellate.
Con una prosa semplice e pulita Carrisi racconta di un inferno di bambine rapite e atrocemente menomate prima di essere uccise; di una poliziotta incapace di provare empatia con gli altri esseri umani e che nel destino ha scritto la parola salvatrice; di un concatenarsi di menti crudeli assoggettate al dominio del suggeritore.
Le storie di serial killer, se scritte bene, tengono in tensione il lettore. I dettagli sono truci, impossibili da concepire per una mente sana, gli accadimenti sono paurosi e ferocemente primitivi. Nel leggerli ci si ritrova immersi in un abisso inverosimile che Carrisi fa sembrare credibile e pericolosamente vicino.
Mi ha destabilizzata questo scrittore tarantino perché il Suggeritore non ha ambientazione. Bisogna immaginarselo il luogo fisico del mondo in cui collocarlo. Viene da pensare agli Stati Uniti per il tipo di cultura descritta, per i richiami ai casi reali di serial killer americani, per il cibo, le case, le task force da cinema poliziesco made in Usa.
Però, a ben pensarci, potrebbe essere qualsiasi altro paese occidentale.
E quando non si sa dove ci si trova, vuol dire che potrebbe essere ovunque, anche dietro casa nostra.
I bambini non vedono la morte. Perché la loro vita dura un giorno, da quando si svegliano a quando vanno a dormire.
Bello! Letto e mi è piaciuto molto! Condivido la tua opinione 😉
Grazie per farmi ronzare in testa dei bei nomi di scrittori italiani… sei il mio avamposto letterario prima o poi scendere dalle ali della mia fantasia squinternata e inaffidabile per sedermi sotto un albero con un fiore in bocca e volare sulle ali e le parole d’altri. Ciao Grazie.
Letto quest’estate…..sono rimasta piacevolmente stupita da Carrisi che non avevo mai sentito nominare.Abbiamo anche in Italia dei bravi scrittori,che nulla hanno da invidiare a quelli piu’ famosi da te citati.I tuoi commenti mi servono per fare nuove conoscenze…….grazie Stefi.
Grazie a voi! Continuerò nel mio ruolo di avamposto letterario, mi piace molto questa definizione di Franco.
Paola hai letto anche il seguito? Com’è?
scusa righeorizzontali, per deformazione professionale non riesco a fare a meno di segnalarti che alla fine del testo manca una parola (potrebbe essere ovunque…).
lucas
Ma grazie Lucio, ho corretto. Si vede che sei del mestiere….
Vero, bel libro, ha sorpreso anche me, prosa molto scorrevole, cattura fin dall’inizio
Incostantericerca, benvenuto fra le righe orizzontali!
grazie
Bel blog, complimenti!!
Grazie Serena, benvenuta fra le mie righe. 🙂