Mi mette tristezza questo circuito coreano permeato da un grigiore opprimente. Paratie anonime lungo i rettilinei, ferro e cemento nelle curve, tribune vuote. Colline brulle e terra rida, alberi spogli dall’alto fusto, bruma caliginosa nello skyline.
Solo il nome Yeongam ha un che di attraente; evoca, seppur flebilmente, un vago fascino orientale. Nella lingua madre si scrive così: 암군 靈巖郡, ideogrammi curiosi, scarabocchi ordinati, linee e riccioli difficili da imitare.
E’ costato 264 milioni di dollari questo circuito pericoloso in cui capitano cose strane: Jeep che entrano in pista all’improvviso, vetture che si incendiano ed estintori che non arrivano, musetti staccati che scintillano sull’asfalto infuocando un pubblico che non c’è.
La sfortuna di Webber non ha fine, il talento di Kimi è una verità che consola, la fatica di Alonso è ormai vana.
Un ferrarista vero non smette mai di sperarci, nemmeno quando la matematica gli consegna numeri inequivocabili, una classifica quasi chiusa che solo un miracolo può riaprire.
Mancano cinque gare alla fine del mondiale, chissà che non succeda qualcosa.
….Mancano cinque gare alla fine del mondiale, chissà che non succeda qualcosa.
… magari un imprevisto piccolo incendio (senza morti) alle monoposto dei primi dovuto al famosissimo periodico “CORTO-CIRCUITO” di Yeongam … e affidiamoci a SAN CIAN GLAN CUL LOT famoso santo della fortuna orientale.
Eh…non bisognerebbe gufare però la tentazione è forte…
Mica gli auguriamo qualcosa di grave a Vettel, solo di avere la stessa sfortuna di Webber….
Appunto…