Il corpo umano

Lo vidi per la prima volta nella vetrina di una libreria di Firenze diversi mesi fa. D’acchito pensai: “Non lo leggerò”. Trovavo la copertina respingente, foriera di sofferenze; lo sguardo di lui così inconsapevole, quasi sfrontato, quello di lei così affranto e rassegnato.

Poi, qualche settimana fa, la mia amica Anna mi ha detto: “E’ bellissimo, ti piacerà”. Di Anna mi fido, in quanto a letture abbiamo le stesse inclinazioni. E in effetti, a ben pensarci, ho amato La solitudine dei numeri primi, apprezzo la prosa di Paolo Giordano, è improbabile che Il corpo umano mi deluda.

E infatti, Anna aveva ragione.

Ho letto le prime duecento pagine continuando a chiedermi: “Perché?” Perché sto leggendo un libro che parla di soldati, di Arma, di guerra, di bunker, di IED e di Fob?
La risposta l’ho trovata nei capitoli finali del romanzo, quando tutto si apre, si scopre, si rivela.
Quando il tenente Egitto si chiede: Cos’è una famiglia?, perché scoppia una guerra?, come si diventa un soldato?
Quando i corpi dei morti italiani rigano le pagine di sangue e squarciano la vita degli altri soldati, quelli che sono sopravvissuti.
Quando il mondo reale ricompare e l’esistenza vera non riesce a ripartire.
Quando, dopo aver girato l’ultima pagina, ho avuto bisogno di rileggere le prime quattordici, perché se un libro torna su se stesso, bisogna andare avanti e tornare indietro per capirne la circolarità.

E’ un romanzo penetrante, che scava, dissotterra, accosta il dolore fisico a quello incorporeo. Non è una di quelle storie che rileggerei, almeno non subito, perché per affrontarla di nuovo serve il coraggio di chi già sa.
Di chi sa che gli eventi descritti, frutto si dell’immaginazione, sono ispirati a fatti realmente accaduti.
Di chi sa che c’è sofferenza fra quelle pagine di corpi provati che lanciano sordi messaggi d’aiuto.
Di chi sa che è fin troppo istintivo immedesimarsi in quelle anime stravolte intrappolate in una tempesta di sabbia e vento.

Dove si trova adesso, nel cuore della valle, dentro questa arena, non c’è più traccia di pudore né di indignazione. Sono scomparse molte delle qualità che distinguono gli uomini dagli altri animali.

Il corpo umano

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13 pensieri su “Il corpo umano

  1. …scomparse molte delle qualità che distinguono gli uomini dagli altri animali. Qualità sono quelle di alcuni di fornire materiale letterario ad altri in cui, i primi, successivamente si specchiano ? Un cane che si morde la coda: ma il cane questo non lo scrive….

  2. Ma amica, sai che anche io l’ho sul comodino da 2 mesi e non ho mai cominciato a leggerlo? Mi è talmente piaciuto il suo primo romanzo che ho pensato di acquistare il secondo sulla fiducia…ma il pensiero di addentrarmi in un “racconto di guerra” mi ha sempre frenata; dopo questo tuo post non posso più tergiversare e iniziare la lettura al più presto.
    un abbraccio

      • Rileggendo a distanza di tanto tempo la tua recensione sul libro, ora che ho appena finito di leggere il libro, devo dire che potrei scrivere le tue identiche parole per parlare della mia lettura.
        Per la prima metà del libro spesso ho pensato di abbandonarlo ma ho resistito e mi sono accorto poi che Giordano stava solo tessendo la sua tela per catturare il lettore. Infatti quando poi è arrivata la drammaticità della battaglia e l’introspezione dopo dei vari personaggi allora il libro si è espresso e Giordano mi ha catturato per la seconda volta 🙂

      • E’ proprio così rodixidor. La battaglia è il passaggio fondamentale che apre le porte alla comprensione profonda della trama in precedenza tessuta. Sono contenta che ti sia piaciuto. Giordano ha da poco pubblicato un nuovo libro. Che dici, lo leggiamo?

  3. l’ho letto quando è uscito e francamente mi ha deluso. mi è sembrato uno sfoggio di conoscenze tecniche da parte di chi sull’onda del primo successo voleva dimostrare di essere scrittore coscenzioso, “all’americana”, di quelli che prima di scrivere si documentano sul campo e poi progettano a tavolino il best-seller. nello stesso periodo avevo letto “Limbo” di….(accidenti ora mi sfugge il nome!!) sul medesimo tema e ti garantisco che non c’è paragone. scusa la stroncatura, sarà il sonno che mi incattivisce 🙂
    ml

    • Ho apprezzato molte cose di questo libro, ma solo alla fine, quando le ho capite tutte insieme. Mentre lo leggevo sentivo addosso la sabbia e la polvere, il vento e l’ostilità degli ambienti e quando un autore riesce a trasmettere anche sensazioni fisiche per me significa che sa scrivere. Dopo averlo letto mi sono posta molte domande sul senso di queste missioni. Diciamo che l’ho trovato istruttivo, oltre che scritto bene.
      Sullo scrivere un best seller a tavolino…beh…magari qualcuno me lo proponesse! E in quanto a stroncature, non scusarti, ne sta per arrivare una mia piuttosto tranciante…
      ps: notte in ospedale?

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