Una balena costellata di mille luci blu. Un circuito immerso nella notte del sud est asiatico. Uno spettacolo stellare. Il Gran premio di Singapore è puro fascino.
Nel 2008 guardai con scetticismo la prima gara notturna della storia della Formula 1. Da sempre refrattaria alle novità, ero piena di dubbi e titubanze. Inutili perplessità che svanirono ben presto, nell’arco di qualche lap. Lo scetticismo iniziale lasciò il posto al rapimento per una gara unica, sotto il cielo buio, by night.
Da allora, ogni anno quando è il turno di Singapore, so che non sto per guardare un Gran premio come gli altri. Sto per guardare uno show. Il contesto è scenografico, le riprese aeree emozionanti, l’atmosfera scintillante. Come un film americano dagli effetti speciali sorprendenti, come una di quelle visioni che ti fanno dire: “vorrei essere lì, vorrei esserci anch’io”.
Per i piloti è una gara impegnativa. Con le luci artificiali, i riflessi, gli inganni dei fasci luminosi, sfrecciare a trecento km orari sfiorando di una manciata di millimetri i lunghi guard rail che proteggono il tracciato, è altamente rischioso.
E’ un azzardo in più, c’è la loro vita in ballo.
Non so cosa faranno Fernando e Kimi. E per una volta me ne importa un po’ meno.
Mi godo la magia.
Singapore by night.
Bel pezzo Stefania! Si, si, godiamoci la magia dello show perché mi sa che per Fernando e Kimi non c’è storia.
Entrambi sul podio: passato, presente, futuro della Ferrari.
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