Le mie parole

Non ho idea di come si scriva il testo per una canzone. Non so se si debbano lasciar scorrere liberamente le parole o se esistano regole di componimento ben precise. Forse basterebbe immaginare di scrivere una poesia rispettandone la metrica o, chissà, forse sarebbe bene partire dalla musica. Di come ad un testo ci si abbini una melodia, poi, ne so ancor meno: quando guardo spartiti e note i miei occhi vedono solo simboli misteriosi.

Ogni volta che mi viene in mente di scrivere frasi per una canzone pratico un rituale: mi metto comoda, accendo l’ipod e ad occhi chiusi ascolto Le mie parole di Pacifico nella trasposizione eufonica di Samuele Bersani. Mi basta ascoltare pochi versi per abbandonare all’istante ogni velleità di paroliera perché più l’ascolto e più mi rendo conto che è questa la canzone che avrei voluto scrivere io.

sono andate a dormire
sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare

Anche le mie parole si comportano così, arrivano all’improvviso, repentinamente se ne vanno, spesso ritornano di notte ed è solo quando si riempiono di un inspiegabile dolore che iniziano ad assumere un significato chiaro.

Pacifico lo sa, l’ha scoperto e scritto molto prima e molto meglio di me.

Le mie parole

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