Il colpo perfetto

Di palline ne ho colpite milioni nella mia vita. Milioni di colpi da eterna principiante. Talento tennistico non ne ho affatto, pura passione e divertimento mi spingono a giochicchiare ancora. Ho sempre ambito al colpo perfetto e dacché mi ricordi, io, di colpi perfetti ne ho prodotti ben pochi, nell’ordine delle decine o poco più.

Quando inizi a giocare a tennis, che tu abbia otto anni o cinquanta, l’insegnante cerca di inculcarti la prima regola aurea: devi concepire la racchetta come il prolungamento naturale del tuo braccio. La racchetta fa parte del tennista, è la sua estensione, il suo raccordo con il campo e con la logica del gioco. Finché non avrai fatto tuo questo semplice concetto, non potrai imparare a giocare, mettitelo bene in testa!

A otto anni, interpretando alla lettera le parole della mia maestra di tennis di allora, cercavo di capire su quale braccio dovevo concentrarmi quando colpivo i miei primi rovesci a due mani. Prolungamento del destro, del sinistro o di entrambi? Domanda puerile, direte voi. E invece no, perché quando a quell’età ti dicono che seguire pedissequamente le regole è l’unico modo per capirci qualcosa in uno sport così tecnico e complicato, ti interroghi su ogni minimo dettaglio e anche la domanda più banale può diventare un difficile rompicapo.

Ma ai bambini, si sa, le regole non piacciono; seguono l’istinto, che è più semplice.

E così, pallina dopo pallina, in barba alle regole del maestro, anche il più piccolo dei tennisti trova una maniera soggettiva di rapportarsi con la racchetta e una modalità di gioco che gli appartenga completamente, una vera e propria impronta personale.

Della prima regola aurea, dopo un po’, non ci si ricorda nemmeno più, perché si impara a giocare soprattutto con l’istinto. E’ un impulso naturale che guida il tennista a cogliere il senso del gioco e a “sentire” la palla.

La vera differenza fra chi è un tennista e chi non lo sarà mai, sta proprio nel colpo perfetto. Che non è quel colpo in cui magicamente tutte le regole del tennis si materializzano in un unico gesto atletico da integrale interpretazione del manuale.

No, il colpo perfetto è tutt’altra cosa. E’ quel colpo il cui rumore non lascia margini di dubbio. La pallina rimbalza nel punto esatto del piatto corde e restituisce un suono pieno, sordo, rotondo, senza sbavature.

Quel suono è la musica del tennista.

Ascoltate i colpi di Raphael Nadal, uno che di regole del tennis ne ha sovvertite parecchie. Vi sfido a trovare un solo colpo di Rafa che non sia perfetto.

Perché la tecnica non è tutto, il tennis è anche musica.

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4 pensieri su “Il colpo perfetto

  1. E’ il mio sport preferito, che pratico da una vita! E’ bello leggerlo così, è bello scoprire quanti significati e differenti letture si possono fare intorno a questo sport, il grande Gianni Clerici sarebbe felice di leggere queste righe.

  2. I fuoriclasse sono proprio quelli che le regole non le seguono e che forse non hanno mai avuto un maestro che tentasse di insegnare loro i fondamentali………..Maradona, Nadal, Alberto Tomba e tanti altri che ci ricorderemo per sempre, le regole non le hanno mai seguite. Chi invece lo ha fatto, non ha lasciato traccia del suo passaggio. Ogniuno di noi é potenzialmente un fuoriclasse, un genio, uno che non ha bisogno di seguire regole o apprendere. Basta solo scoprire in cosa siamo fuoriclasse, solo pochi hanno la fortuna di scoprirlo e questa scoperta li fa rimanere nella storia.

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